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Gli infiniti nomi dell'angelo ci pone la questione se sia possibile instaurare corrispondenze significative tra arte e filosofia, tra pensiero e poesia: ci invita a intravedere uno spazio condivisibile tra la logica del pensiero e della figurazione. Questo volume tra arte e poesia mette in luce un percorso trasversale che congiunge quel pensiero figurativo dell'artista svizzero Paul Klee e la riflessione del filosofo berlinese Walter Benjamin nello sforzo di dimostrare una volontà comune a leggere i fenomeni culturali del proprio tempo e che lascia in noi un respiro ampio per dischiuderci quegli orizzonti che tutti cerchiamo. La lettura che Benjamin fa dell'Angelus Novus è specchio e sintesi delle più rilevanti scelte pittoriche e poetiche di Klee: è l'Angelo Nuovo come nuovo è il tempo di cui anche oggi cerchiamo una giusta rappresentazione che è possibile ritrovare ripercorrendo e unendo a doppio filo le speranze sia di Benjamin sia di Klee di tramandare a noi un auspicio di redenzione e di testimonianza della libertà creatrice che ci spinge ogni giorno oltre il nichilismo, per approdare oltre l'infranto e trovare incessantemente l'autenticità.